| Off: Le statistiche le metto dopo. Addio
Eravamo partiti da un giorno, da Konoha, per dirigerci ad Ame. Non conoscevo quel villaggio, in verità conoscevo solo Konoha; ma ora, insieme al mio sensei, avrei potuto visitare tutti i villaggi ed avrei conosciuto molte persone. Però ... Per quanto fossi entusiasta, avevo paura. Si, non sapevo quando sarei tornato al mio villaggio natale, e se ci sarei mai tornato ... Il mio maestro era fortissimo, si, non c'è dubbio; ma se avessimo incontrato per strada qualche gruppo di baditi, o addirittura l' organizzazione alba ! Caz*o, non ci potevo pensare. Però, dovevo fare questo viaggio, per poter migliorare le mie capacità ninja, e soprattutto ... Per scontrarmi di nuovo con Yuffie. Si, quellla ragazza che ha cercato di uccidermi ... Se non fosse stato per Noctis, a quest' ora sarei ancora sottoterra. Sono stato uno stupido a fidarmi di una Sannin ... Le persone in generale non sono affidabili. Tutte prima ti sono amiche e poi, una volta che non le servi più, ti buttano via. Che schifo di mondo, dove abitavo io. Però, per quanto sia ostile verso gli altri, posso ancora credere sul mio sensei, che mi ha più volte salvato. Si, se per ora sono qui, è grazie specialmente a lui. Con Noctis, avevo imparato tantissime cose, e sentivo che lui aveva qualcosa di più, rispetto agli altri. Ed è per questo che lo rendeva una persona speciale. Era sera, e solo a quell' ora siamo arrivati di fronte alle mura di Ame. Avevamo camminato sempre, senza mai fermarci, senza mai scambiarci una parola o uno sguardo. C' era tensione nell' aria, forse perchè già potevo immaginare i tosti allenamenti che il mio maestro mi avrebbe sottoposto. GIà mi sentivo a pezzi al solo pensiero. Per quella sera alloggiammo in una locanda, in stanze separate. La mattina, quando il sole era appena sorto, Noctis spalancò la porta ed iniziò ad urlare, aprendo finestre. Io ancora stavo dirmento, e non potevo sapere chi era stato a fare quel rumore. Mi alzai improvvisamente e iniziai col mio bel bestemmione Ma *bestemmia* ! Brutto figlio di una ... Poi guardai la figura e rimanei di stucco. Maestro, era lei. Mi scusi. Mi calmai di colpo. DI certo mi voleva chiamare per farmi preparare. Gli allenamenti sarebbero presto cominciati. Intanto lui andò di fuori, ad aspettarmi, mentre io mi stavo ancora preparando. Dopo qualche minuto anch' io andai fuori, e vedendo il mio sensei dissi: Sono Pronto ... Possiamo cominciare. Sbadigliavo mentre dicevo queste parole. Il vento si sollevò e il combattimento stava per iniziare.
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