Ryou aveva la testa fra le mani, i gomiti puntellati sul tavolo e la sensazione di essere sul punto di addormentarsi da un momento all'altro. Bisognava ammetterlo, era un periodaccio. Ora era in attesa di una risposta dal paese del Fulmine. Anche se era una seccatura, stringere un minimo di rapporti amichevoli con gli altri paesi era un gioco che valeva la candela.
Aveva deciso di partire da Kumo, perché se non andava errata, era il paese con il Kage insediatosi da più tempo. Anche se, a pensarci meglio, forse non era un'ottima idea. Era l'ultima arrivata. Odiava essere quella con meno esperienza di tutti. Le sembrava di essere tornata all'accademia.
Alzò la testa al sentire bussare alla porta. Una delle guardie che in teoria dovevano stare all'ingresso fece timidamente capolino dall'uscio, informandola dell'arrivo del Raikage, che ora stava aspettando all'ingresso.
Caspita, aveva fatto in fretta.
«Ho capito, ho capito. Arrivo.»Non mi aspettavo che arrivasse davvero. pensò cupamente. Ora doveva sperare che fosse un tipo ragionevole... e che non le facesse perdere le staffe, altrimenti erano fritti. Si alzò per raggiungere la porta, passandosi una mano fra i capelli, tentando di abbassarli, per un minimo di presentabilità. Cosa ovviamente inutile. Al diavolo, non si sarebbe certo messa la tunica da Kage. Il cappello era appeso contro la sua schiena, ed era più che sufficiente.
Si avviò all'atrio con aria cupa. Cominciava seriamente a maledire quella sua idea.
Troppo tardi per i ripensamenti, genio. Con un sospiro pesante entrò nella stanza.
Dritta con la schiena e sguardo in alto, se non altro non dare l'impressione di essere qui per miracolo...Alla prima occhiata notò i due tizi alla sua sinistra. Uno dei due aveva una marea di capelli biondi, talmente tanti che non gli si vedeva la faccia, e l'altra aveva un caschetto di capelli scuri e l'aria strafottente. Invece più a destra c'era l'uomo che doveva essere il Raikage, nascosto sotto l'ampio cappello giallo con il kanji del fulmine. Da qualche parte nel suo cervello si disse che aveva un'aria familiare, come se avesse già visto qualcuno con quella costituzione fisica...
«Sono felice che ce l'abbia fatta ad arrivare fino a qui, Raikage.»Piegò la testa per saluto, avanzando verso quel terzetto. Intanto si chiese che ci facevano quei due lì. Dubitava che il Raikage avesse bisogno di scorte di qualunque tipo. Forse era lei che non era abituata all'idea di gente che la seguisse. Pochi erano tanto pazienti.
Aspetta un'attimo.Rimase interdetta due secondi, a fissare il Kage di Kumo. Si era avvicinata abbastanza da vedere meglio chi c'era sotto il cappello. E qualcosa non andava bene. Oh no.
«Che cazz... se è uno scherzo, non è divertente. Per niente.»